Un omaggio a Fabrizio De Andrè.
Nella speranza che possa un giorno,
“sul mare e sulla terra, Marcondiro’ndera”
scoppiare la pace.
per un girotondo sulle macerie del mondo
di Giancarlo Biffi
“Quando un bimbo perde i genitori lo chiamano orfano; quando una moglie perde il marito, vedova. Ma qual è il nome da dare a me: una madre, quando la sventura le porta via i figli?”
C’è sempre qualcosa di superiore a cui ambire e per cui si deve sopraffare l’altro. Ecuba la madre, donna prima di tutto politica, cerca una via nella notte.
S’interroga e ci interroga ma la ruota gira sempre in quel verso: non si vince mai e si perde quasi sempre.
Ecuba lo sa, così come lo sanno le sue figlie.
Cassandra vede quello che tutti possono vedere, sta nelle cose.
Polissena è troppo libera, non può essere schiava, per questo dovrà essere sacrificata. Un capro espiatorio è necessario per andare avanti, per ricominciare.
Poco importa se si muore per amore: “l’uomo uccide ciò che ama”. Giancarlo Biffi