In un libro molto influente, Harold Bloom affermava che Shakespeare avesse inventato l’essere umano: ecco, non ho gli strumenti per poter confermare questa affermazione. Di sicuro ha aiutato me, e molti altri/e come me, a conoscere meglio l’umanità, anche la mia. Il corpus shakespeariano è una mappa delle relazioni umane di pronto utilizzo. “Di pronto utilizzo”, a patto di continuare a lavorarci sopra, come meccanici, come giardinieri, di non considerarlo mai un Testo Sacro immobile e inamovibile, la cui interpretazione va affidata a pochi sacerdoti, ma una matrice vivente, un menabò, anzi una lente con cui leggere la contemporaneità che può appartenere a tutti. Condivido questa convinzione con molti grandi maestri, ma molto umilmente vorrei raccontarvi come ci sono arrivato; come, in ultima analisi, Shakespeare mi ha cambiato (in meglio) la vita.