Uno spettacolo dai testi di Luciano Bianciardi, scrittore dall’ironia sempre pungente e lo sguardo lucido sul mondo e sul futuro. Il titolo è tratto dalla raccolta di racconti” La solita zuppa e altre storie”, racconto incriminato che negli anni Sessanta, quando uscì il libro, fu motivo di processo. Protagonista della novella una Milano dove il tabù non è il sesso, bensì il cibo.
Tra i racconti “Quello strano viaggio (storia quasi metafisica)”: un sogno, la speranza di un sogno, il desiderio intimo di aver sognato. E così ricordiamo.
Ricordare Bianciardi con un sogno che ne contiene altri, flash che come in un viaggio onirico emergono da una nebbia esistenziale, vivida, lasciando allo spettatore, come a volte accade dopo il risveglio, per un breve attimo, il dubbio che l’esperienza vissuta sia stata reale e meno.
Maria Cassi e Leonardo Brizzi, con la loro straordinaria capacità di leggere l’umano in chiave surreale, ci guidano in questo sogno, che come un treno è fatto di vagoni, divisi in scompartimenti, che contengono posti nei quali, più o meno consapevolmente, siamo seduti.
Un viaggio musicale e intimo, fra celebri canzoni degli Anni Sessanta e pagine ironiche e graffianti dello scrittore de La vita agra.