«Non so chi abbia coniato l’espressione Anni di piombo. Fatto sta che questa etichetta si è appiccicata addosso alla mia adolescenza. Fino quasi a farmi sentire in colpa di essere cresciuto proprio in quegli anni e di avere riso e amato e gioito in quegli anni, anni di morti ammazzati. Perché quel piombo richiama le pallottole. Ma il piombo è anche il grigio plumbeo della nebbia, che in quegli anni copriva Milano, e che ora è sparita. E il piombo è anche il materiale che si usava nelle rotative per i giornali, la vera scenografia di un periodo in cui si leggeva e si discuteva moltissimo. Io però preferisco pensare a un altro utilizzo del piombo: quello che ne fanno i pescatori. Il sughero è importante ma anche il piombo è essenziale: solo combinando leggerezza e peso si ottiene una pesca efficace. Solo con il peso del piombo si va al di sotto della superficie, dove sta la realtà nascosta.”
Un racconto che si svolge in una cittadina di provincia negli anni ’70. La ricostruzione di vicende contraddittorie, a volte epiche, a volte tragiche. Un gruppo di ragazzini che “lottavano così come si gioca”, con l’illusione di poter cambiare il mondo. Uno spettacolo di narrazione per fare luce su un periodo dipinto quasi sempre a tinte fosche, dedicato a una generazione che, forse, non ha perso.