La parola Mito viene dal greco mythos che significa racconto. Ascanio Celestini da sempre racconta. Da ancora prima che nascesse, perché a raccontare erano il padre e prima di lui la nonna. Celestini raccoglie storie e ne lascia memoria. È capace di ascoltarne tante distillarne una sola e collettiva.
Nel reading “Le Nozze di Antigone”, accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei. Il testo è una sua personale riscrittura dell’eroina tragica Antigone che qui diventa una figura quotidiana, ma degna di essere raccontata. Anzi, no, perché a raccontare è lei e così l’attore romano ha dato voce ad una donna. Che si prende cura del padre Edipo, un gran camminatore con tante scarpe spaiate in casa, ora divenuto infermo. Il richiamo è’ all’originaria tragedia sofoclea (Edipo dai piedi gonfi, Edipo che fugge da Corinto e arriva a Tebe, Edipo cieco assistito dalla figlia/sorella) ma tutto è riportato al presente e alla storia recente della Resistenza e della guerra mondiale. Perché le storie non hanno tempo e si intrecciano nella traduzione orale.