La singolare esperienza del teatro nelle case, che accomuna diverse realtà teatrali italiane, nasce dalla necessità e dal desiderio di portare il teatro incontro agli uomini nei luoghi della vita e della quotidianità, dove le persone si incontrano intimamente e si conoscono. Un giorno ho trovato in un libro di Ermanno Cavazzoli, “Vite brevi di idioti”, il personaggio che mi ha dato la chiave per lo spettacolo Amnesie: un personaggio che si perde in città e il racconto sembra quasi un rapporto dei vigili urbani; questi tipi che si perdono nelle città esistono, ne ho conosciuto uno personalmente a Modena. Così è nato il personaggio che porto nelle case, il signor Boni, che conosce centinaia di storie, di tutto il mondo e di tutti i tempi, ma soffre di amnesie e spesso si perde e quando riacchiappa il filo del racconto, allora si ritrova nel grande flusso delle storie, che è come un fiume dove le vicende degli uomini si mescolano e si confondono, anche sfidando l’assurdità. Amnesie nasce con la complicità degli ospiti; in genere coinvolgo la padrona di casa in due episodi, all’insaputa del marito.