Il teatro pare essere rimasto l’unico modo per ascoltare vecchie storie e ripeterci quello che il resto del mondo nega e cancella. L’ultimo modo. Cosi scomodo, cosi impopolare, cosi faticoso. Parla a pochi, non buca nessun schermo, non accetta pause pubblicitarie, non può essere gridato, si nutre di dolore. Ma è fatto di carne, non conosce effetti speciali se non quello, ebbene sì, della coscienza e dell’emozione, tiene in piazza le persone, quelle persone che altri vollero terrorizzate, quelle persone che altri vorrebbero chiuse in casa, di fronte al loro rassicurante televisore.
Spettacolo in forma di orazione civile.