Chiacchierare e raccontare, o parlare raccontando, era un rito intorno al caminetto nelle notti d’inverno, con la famiglia riunita e raccolta in un’unica coltre di affetto; o della sera, quando nei vicinati la gente che viveva a stretto contatto si riuniva nei piccoli spiazzi tra le case per stare insieme. Allora, nelle vie illuminate da una fioca luce, si ascoltavano i più vecchi, che parlavano, “allegànta”, del passato che non trovavi nei libri delle elementari e che non avresti mai letto nei testi del liceo.
Storie di guerra e di banditi, di lavoro e di esilio, di tesoro nascosti e di fame quotidiana. Le chiacchierate di allora, “is contus a calori ‘e fogu” o “is allegas a su friscu” avevano il potere di testimoniare e di trasmettere ai più giovani una cultura comune, che era identità di popolo. Si imparava ascoltando.