7.Ago | 2012

h 19:00 | 

  • Stazione dell'Arte
    Ulassai

Stop making sense

ROSSOLEVANTE

Stop Making Sense (SMS) si inserisce in un progetto pluriennale di ricerca denominato In Movimento che pone al centro del lavoro scenico l’incontro con l’alterità. Ovvero: non tanto l’inclusione del singolo performer in quanto individuo portatore di handicap, bensì in quanto portatore di una diversa abilità. SMS include persone di età, genere, provenienza geografica, competenze, psico-fisicità, abilità diverse.
Per noi di Rossolevante il teatro nasce da una ferita, da una necessità e da un’urgenza. Ma anche da un incontro: con un luogo (bosco, montagna, città), un testo non necessariamente scritto per la scena, una musica e almeno un altro essere umano. Nel caso di SMS ha prevalso quest’ultimo tipo di incontro. Stop Making Sense: il titolo la dice lunga sulla piega che ha preso il lavoro. Lo spettacolo infatti si è andato strutturando utilizzando tutto quello che l’incontro dei corpi nello spazio è riuscito a produrre di bello non dobbiamo avere paura ad usare questa parola che, per noi di Rossolevante, sintetizza efficacemente tutto ciò che in teatro funziona, arriva, colpisce, tocca in profondità anche se può trattarsi di una bellezza amara. Senza censure preventive. Mescolando I”alto” ed il “basso”, mescolando i generi, gli stili, i linguaggi. Un impasto di desideri, limiti e superamento degli stessi. Abbiamo trovato la giusta collocazione a tutto quello che ci piace fare. SMS si compone di diversi quadri autonomi e apparentemente scollegati uno dall’altro, montati usando una logica “cinematografica”, o brechtiana se si preferisce. Il filo rosso che li unisce è solo quello della necessità – madre del nostro destino. Ma se proprio volessimo cercare un sapore prevalente in SMS, sarebbe quello della gioia ritrovata, nonostante tutto (bisogna immaginare Sisifo felice, ci ammoniva Camus…). Stop Making Sense è in origine – il titolo di un album dei Talking Heads e di un film del 1984 (una sorta di concert movie diretto Jonathan Demme). Primi anni Ottanta. Un quarto di secolo fa. Le nostre adolescenze inquiete. Tutta una vita davanti.

in collaborazione conFondazione LHS (Leadership in Health and Safety)
regia e drammaturgia Silvia Cattoi, Juri Piroddi
con Giancarlo Brioni, Silvia Cattoi, Daniela Marongiu, Giammarco Mereu, Juri Piroddi, Yamina Piroddi
musiche dal vivo Giancarlo Brioni
tecnica Andrea Lucarelli
costumi Francesca Pischedda
testi liberamente ispirati a Woody Allen, Samuel Beckett, Chuck Palahniuk, Ivan Viripaev
musicheErik Satie, Ennio Morricone/Metallica, Luis Enríquez Bacalov, Talking Heads, Yann Tiersen
produzioneRossolevante