Un cavaliere errante, un Chisciotte migrante, da brutto anatroccolo è diventato Fenicottero perché più leggeva più gli crescevano le gambe. Adesso è lungo e stecco ma proprio per questo guarda ogni cosa come volando, dall’alto, e vaga per la città offrendo conforto a piccoli e grandi contro le minacce dei Militi malvagi. Quei tremendi banditi sono convinti che i libri siano nocivi, negativi, persino lassativi, e scovano e imprigionano chiunque ne tocchi uno, pronti a bruciare ogni volume come in Fahrenheit 451. Sono il Capitano Beatty e il suo non proprio fedele Montag, che al servizio di Re Toto il Grande perseguitano le belle storie insieme a chi le abbia amate o serbate nella memoria. E su tutti cercano lui, il ribelle trampoliere visionario e delirante. Nato in Sardegna come testo d’occasione per uno spettacolo itinerante messo in scena dalla compagnia Cada Die Teatro, che l’ha poi adattato al palcoscenico e portato in tournée divertendo bambini e vincendo premi, Chisciotte Fenicottero rinasce oggi in una scrittura che conserva l’impronta e le tracce di allora eppure si rinnova, si sconcerta, s’intenerisce, si mette in cerca. La costante è la lingua fervida e sonora del poeta drammaturgo Tognolini, che immagina un teatro dove l’elemento ritmico scandisce sia la sequenza delle scene sia le battute, per la maggior parte in versi; dove più che le azioni possono i racconti, le canzoni, le peregrinazioni, e il duello finale è una gara poetica, come da qualche parte nel mondo ancora avviene. Chi vincerà, a suon di rap e di rime? I colpi faranno male lo stesso? Teatro, Letteratura, Poesia si ritroveranno amici o nemici? E se in giro si dice che ‘gli struzzi mettono la testa sotto la sabbia per non vedere’, sarà forse anche vero che ‘i fenicotteri mettono la testa sotto l’acqua per leggere’?