Renato Carpentieri

Nato a Savignano Irpino, in provincia di Avellino, cresce però tra Napoli, dove poi si formerà artisticamente, e Calvi Risorta (in provincia di Caserta). Dopo aver concluso la maturità scientifica, si iscrive alla facoltà di Architettura. Dal 1965 al 1974 svolge a Napoli attività di organizzazione e promozione culturale, teatrale e cinematografica, col Gruppo Nuova Cultura e come Incaricato Cultura della Giunta O.R.U.N., partecipando ai convegni nazionali di Prato, Parma e Perugia e a un seminario con il Living Theatre; produce film 8 mm, ricerche teatrali e collabora a riviste di poesia (Uomini e Idee, Continuum). Ha trascorso parte della sua vita nella cittadina di Calvi Risorta, paese della provincia di Caserta a cui è rimasto molto legato.

Dal 1968 al 1974 è promotore di ricerche sull’espressione artistica popolare, in due direzioni prevalenti: studio e ricerca della produzione contadina e operaia, e studi sul teatro agit-prop; sulla base di queste ricerche mette in scena una decina di piccoli spettacoli e intensifica l’attività di organizzazione culturale. Collabora a giornali e riviste della Nuova Sinistra. Collabora nel frattempo anche a studi di architettura e design. Si dedica a tempo pieno al teatro dal 1975, anno in cui è socio fondatore, insieme con Roberto Ferrante, Massimo Lanzetta, Lello Serao, Ottavio Costa, Antonio Fiore, Amedeo Forte, Paolo Stravato, del Teatro dei Mutamenti, di cui fa parte fino al 1980.
Socio fondatore della Società Napoletana di Poesia e dell’Associazione Eutopia di Ferrara, una volta uscito dal Teatro dei Mutamenti continuerà a lavorare con altri registi e altre compagnie, portando in scena Zeitnot (1984) a Pontedera, La grande sera (1985), Comedians (1986, diretto da Gabriele Salvatores), Morte accidentale di un anarchico (1987, accanto a Dario Fo), Teatrino scientifico – Resurrezione (1989), La nave nel deserto e L’acquisto dell’ottone (entrambi del 1990). Interpreta i due zii nel Riccardo II di Mario Martone (1993), partecipa a Histoire du soldat, e sarà Polonio nell’Amleto diretto da Carlo Cecchi (1998). Nel 1995 diviene direttore artistico dello storico gruppo di sperimentalismo teatrale Libera Scena Ensemble, compagnia con la quale offre i testi della drammaturgia in una versione fruibile alla maggior parte del pubblico, dando così vita a una serie di laboratori e rappresentazioni.

  • 2004

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