Marco Paolini

Autore e interprete di un repertorio che appartiene al cosiddetto teatro civile, si occupa di drammaturgia dagli anni settanta. La sua attività si distingue per il gusto dello studio dei testi e della ricerca delle fonti e per l’accostamento continuo dei fatti a trovate teatrali spesso dissacranti e ironiche; i suoi spettacoli, in questo modo, affrontano tematiche complesse.

Marco Paolini alla festa dei macchinisti ferroviari a Pistoia nel 2008
Paolini – i cui spettacoli sono per la gran parte sviluppati in monologhi spesso recitati in lingua veneta – è considerato uno dei massimi esponenti della cosiddetta “prima generazione” di quel “quasi-genere” solitamente definito come teatro di narrazione: un teatro che, sulla scia della lezione del Mistero buffo di Dario Fo, si fonda sul racconto di un performer che – senza trucco, costumi o scenografia – assume la funzione di narratore, con la propria identità non sostituita, cioè senza interpretare un personaggio.

Si è soliti ascrivere alla prima generazione della narrazione, oltre a Paolini, anche Laura Curino e Marco Baliani: le voci più significative della “seconda generazione” sono invece Ascanio Celestini, Davide Enia, Giulio Cavalli e Mario Perrotta. Fino al 1994 Paolini ha lavorato in vari gruppi teatrali: Teatro degli Stracci, Studio 900 di Treviso, Tag Teatro di Mestre e Laboratorio teatro settimo. Con quest’ultimo ha realizzato Adriatico (1987), il primo della serie degli Album, e ha partecipato all’allestimento di diversi spettacoli teatrali, rivedendo fra gli altri Shakespeare e Goldoni.

Negli anni novanta inizia a collaborare con la Cooperativa Moby Dick – Teatri della Riviera con cui ha realizzato spettacoli come Il racconto del Vajont, Appunti foresti, Il milione – Quaderno veneziano di Marco Paolini e i Bestiari (raccolta di spettacoli dedicati al recupero della cultura locale, in particolare veneta). Proprio grazie a Il racconto del Vajont Paolini arriva al grande pubblico; lo spettacolo vince nel 1995 il Premio Speciale Ubu per il Teatro Politico, nel 1996 il Premio Idi per la migliore novità italiana e nel 1997 l’Oscar della televisione come miglior programma dell’anno per la trasmissione televisiva sulla tragedia del Vajont, trasmessa da Rai 2 in diretta dalla diga del Vajont il 9 ottobre 1997, anniversario del disastro. Dal 1999 Paolini autoproduce i suoi progetti teatrali, editoriali e cinematografici attraverso l’attività della Società JoleFilm.

Nel 2013 recita con Checco Zalone in Sole a catinelle di Gennaro Nunziante.

Nel giugno 2017 partecipa a Musica da Bere ricevendo la Targa premio della manifestazione.

Nel luglio 2018 provoca un incidente stradale che causa la morte di una donna arzignanese, patteggiando poi presso il tribunale di Verona un anno di carcere. Nel 2019 in coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano, coautore con Francesco Niccolini, regia di Gabriele Vacis, Marco Paolini recita in Nel tempo degli dei, rivisitazione in chiave moderna del mito di Ulisse[7]. Dall’8 gennaio al 23 gennaio 2022 conduce La fabbrica del Mondo con Telmo Pievani in onda su Rai 3.

fonte: wikipedia

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